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Torre medioevale di Testaccio

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Descrizione

Costruita alla fine del XV sec., durante la dominazione degli Aragonesi nel meridione, insieme a una serie di roccaforti (es. a S. Angelo, a Forio, ecc.) in collegamento tra loro, con fumo e fuoco di notte, aveva funzione di avvistamento e rifugio degli abitanti dell’antico casale di Testaccio. La Torre era dotata di cisterna e forno, al fine di resistere alla fame provocata dagli assedi saraceni. Fu successivamente adibita a dimora del locale barone. Per lungo tempo abbandonata, solo negli ultimi anni è stata restaurata e riaperta.
Di pianta quadrangolare, tipica delle costruzioni Aragonesi, priva di basamento, si eleva dal bianco tufaceo, su due livelli; il lato orientale presenta un portale al centro, arricchito da una spessa fascia di piperno, e sormontato da una apertura con balcone dalle lievi decorazioni a triangoli, mentre sul lato nord un passaggio pensile, sostenuto dall’arco rampante, mette in comunicazione il secondo livello della torre con gli edifici circostanti.
Questa Torre è stata teatro di una leggenda legata alle frequenti incursioni saracene sulle coste dell’isola.
Durante la processione di S. Giorgio, le campane del paese, gettarono lo sconforto sul popolo poiché i pirati erano giunti nelle acque dei Maroniti. La gente accorsa dalle frazioni vicino fecero ritorno alle proprie abitazioni, i giovani paesani salirono sulla cima della Torre per difendersi con il lancio delle pietre, donne, bambini ed anziani si rifugiarono nei sotterranei della stessa e si raccolsero intorno al Santo Patrono, mentre, gli uomini più coraggiosi si appostarono nei vigneti per spiare le mosse degli assalitori, che armati fino ai denti avevano incominciato a salire verso il centro abitato. Arrivati sotto tiro, i mori, si diedero alla fuga lasciando sbigottiti gli abitanti del Testaccio. Quelli dispersi nei vigneti salirono nella torre per dare sicurezza agli abitanti, i quali decisero di stare di guardia tutta la notte. Alle prime luci del mattino fu avvistato nella piazza del Testaccio un giovane saraceno, il quale, fu circondato in pochi minuti dagli abitanti armati di spranghe, vanghe e rastrelli intenzionati ad ucciderlo. Per fortuna sopraggiunse il parroco che li fermò. Calmatisi, interrogarono lo straniero, il quale, raccontò che furono spaventati da uomini armati di lance, che venivano fuori da ogni parte guidati da un giovane a cavallo —“acceso nel volto, la lancia in resta ci premeva senza posa, in atto di significare: Indietro! indietro!!” Improvvisamente i saraceni furono atterriti e senza aspettare alcun comando si lanciarono in fuga, cercando di raggiungere le navi. Lo straniero fu, tra i più lenti e non riuscì a raggiungere i compagni. I paesani gli chiesero di riconoscere tra i giovani del posto l’uomo a cavallo. Il saraceno guardandosi intorno lo identificò nella maiolica raffigurante S. Giorgio incastrata nelle mura della piazza. A questa leggenda popolare si possono dare due interpretazioni:
-quella religiosa secondo cui la fuga dei saraceni è attribuita a un miracolo del patrono; -quella data dal Buonocore secondo cui i nemici furono spaventati da un’ allucinazione collettiva : essi scambiarono i pali delle viti per lance.
Mappa Torre medioevale di Testaccio

Info

E’ situata in periferia del paese, in prossimità di una traversa della strada che conduce alla chiesa di S. Giorgio. Sede del Museo Civico Giorgio Corofà. Ospita mostre e manifestazionei di carattere culturale e didattico.
Linee bus: 10 - 11 - 5

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