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Parrocchia di San Sebastiano

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Descrizione

La chiesa di S. Antonio Abate, nota anche come chiesa di S. Sebastiano, si sviluppa soprattutto in altezza, a compensare lo spazio angusto dei tortuosi vicoli della Forio medievale in cui sorge. Risalta nella stretta strada che da essa ha preso il nome proprio per l'altezza e per la facciata neoclassica in rosa pastello. Il prospetto presenta due ordini di paraste divise da cornici marcapiano. Al piano superiore lesene ioniche inquadrano tre partiture; in quella centrale si apre una finestra, in corrispondenza della quale sorge in alto il timpano triangolare che corona la facciata e in basso il portale di ingresso. Sul lato sinistro si erge il campanile cuspidato, arretrato rispetto alla facciata. L'interno dell'edificio è a pianta centrale a croce greca con pilastri corinzi e una grande cupola con decorazioni a lacunari. La muratura è in pietrame di tufo.

Notizie storiche

D'Ascia (1867) scrive che Giacinto di Colantonio, in seguito ad un voto fatto, nel 1321 acquistò per 60 ducati un fondo nella contrada "Tuocco" e vi costruì una cappella dedicata al "SS. Nome di Maria e di S. Antonio Abate". Dopo la disastrosa eruzione dell'Arso del 1301, in tutta l'isola furono costruite molte chiese consacrate al santo, protettore contro il fuoco. Di Lustro (1971), alla luce di alcuni documenti dell'archivio storico della curia vescovile e dell'Università di Forio, ha formulato una nuova ipotesi sulla fondazione della chiesa che risalirebbe al XVIII secolo e sarebbe stata fondata non nel 1321 come riportato da D'Ascia, ma tra il 1700 e il 1710. Un figlio del fondatore, Vito di Colantonio, risulta infatti ancora in vita nel 1777 e pretende dall'Università la cessione dei suoi diritti sulla chiesa, come risulta dagli atti di un pubblico parlamento del 14 gennaio di quell'anno. Già nel 1770 la parrocchia era stata trasferita in questa chiesa, quattro anni prima della data riportata da D'Ascia. L'edificio ha subito diversi interventi nel corso del XIX sec. Nel 1825 la piccola struttura originaria fu ampliata e arredata a spese del Comune, assumendo le dimensioni attuali; i lavori di rinnovamento e abbellimento terminarono nel 1850. Nel 1883 fu nuovamente ristrutturata per riparare i danni causati dal terremoto. Ancora in D'Ascia si trova la spiegazione dell'altra denominazione della chiesa: S. Sebastiano. Nel 1750, durante i lavori di ampliamento della parrocchia di S. Sebastiano alle Pezze, oggi non più esistente, il parroco fu trasferito a S. Maria di Loreto; in seguito alla sospensione della costruzione del tempio, nel 1770 (1774 secondo D'Ascia) il parroco passò a S. Antonio Abate che da allora divenne la chiesa parrocchiale di S. Sebastiano.

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